Artigiano e Imprenditore sembrano essere due concetti fra loro distanti e, per molti versi, contrapposti. Ma è davvero così?
Sempre più spesso negli articoli dedicati ai mestieri della Bellezza si parla di artigianato e dell’importanza di ritrovare il senso e il significato dei gesti e della manualità che sono, da sempre, parte integrante di questo lavoro. Ma è altrettanto vero che, in un mercato fortemente competitivo, è necessario essere anche degli ottimi imprenditori.
Come si coniugano queste due anime, così contrapposte nell’immaginario collettivo?
Lo abbiamo chiesto a chi, da anni, vive sulla propria pelle questa dicotomia e lavora alacremente per riportare nel regole del mestiere in uno scenario business: Francesco Cirignotta.
“L’errore sta nel pensare che artigiano e imprenditore siano due cose tra loro diverse, quasi agli antipodi, almeno nello scenario economico. Quando parliamo di impresa, di fare un’impresa, definiamo quasi un atto eroico, la Camera di Commercio ne ha poi definito i limiti e l’articolo 2082 del codice civile ci insegna che l’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi. L’artigiano è colui che svolge un’attività di servizio a favore di altri, è un demiurgo a cui lo sviluppo sociale ha permesso di crescere dotandosi di forma e regole.
È proprio per questo che le due cose sono diverse solo all’apparenza: è impossibile fare l’artigiano senza essere anche imprenditore. Anche l’artigiano, come l’imprenditore deve determinare un risultato economico ed emotivo (è la spinta emozionale che ci consente di procedere, di migliorarci).
Artigiano e imprenditore non sono quindi altro che due facce della stessa medaglia, la fusione tra ciò che sono, un artigiano, e ciò che faccio, l’imprenditore. “