Le riflessioni post Cosmoprof di Francesco Cirignotta
All’indomani di Cosmoprof 2016 abbiamo incontrato Francesco Cirignotta e a lui abbiamo chiesto un’opinione sulla kermesse e sull’evoluzione di una professione, quella dell’imprenditore della bellezza, che sta cambiando e che, negli anni, ha anche acquisito una diversa dimensione e connotazione sociale.
“Quest’anno ho visto, finalmente, un ritorno alla socialità: persone che avevano voglia di stare e confrontarsi con altre persone. E la fiera, in effetti, ha ritrovato la sua dimensione formativa, puntando molto sulla divulgazione di contenuti e proiettandosi meno verso lo show fine a se stesso. Questo è molto importante, soprattutto per i giovani, i futuri adulti che possono scegliere di diventare artigiani e portare avanti la nostra arte, il nostro mestiere. Perché questo avvenga è necessario cambiare il punto di vista rispetto alla pratica professionale.
Ci siamo chiesti, per esempio, perché i futuri adulti non prendono in considerazione l’opportunità di svolgere il o i mestieri artigiani?
E come mai si pensa a noi come una categoria di seconda classe, perché si pensa che la cultura non possa trovare terreno fertile nei mestieri così detti umili io sostengo NOBILI?
Il gesto va rappresentato, l’individuo che fa il mestiere ne è uno strumento, in costante e continua trasformazione ed evoluzione. L’artigiano è, insomma, una molecola dell’artigianato ed è questo il concetto che deve passare per generare, soprattutto nei giovani, consapevolezza e rispetto di questa arte.
Oggi, grazie anche ad una congiuntura favorevole in termini di tendenze, il mestiere del “barber” sta ritornando in auge con una connotazione molto legata all’universo della moda, e questo ha portato alla generazione di un sogno. Ma senza concretezza strutturale non si va da nessuna parte. Oggi osservare per imparare non basta. Ci vuole struttura. Bisogna che i giovani comprendano che solo grazie alla scolarizzazione i mestieri possono ritrovare una nuova strada maestra e una proiezione per il domani.
La trasformazione sociale ed economica in atto ci impone di non trascurare più nessuna opportunità per rilanciare l’economia e direi che nessun “campo” lavorativo ne è escluso. Anche nel nostro settore, come in tutti gli altri del resto, la comunicazione è fondamentale: puoi essere il migliore ma se nessuno lo sa, la tua attività e la tua creatività non decolleranno mai davvero.
Il futuro della professione, in termini imprenditoriali, non può prescindere dalle nuove tecnologie e dai nuovi strumenti di comunicazione, strumenti utili sia per parlare ai giovani e avvicinarli alla professione in maniera consapevole, sia per promuovere la nostra immagine e, di conseguenza, la nostra attività.”