In un mondo totalmente dedicato all’apparire, quanto è importante imparare ad essere? Una (bella) provocazione di Francesco Cirignotta.
Viviamo nel tempo dell’apparire e, spesso, il nostro mestiere viene vissuto come strumento al servizio di questa apparenza. Partecipo alle fiere pensando che siano un mezzo per raccontare un mondo in evoluzione ma, sempre più spesso, le percepisco come luoghi per inneggiarsi piuttosto che per proiettarsi.
Penso alla fiera come un luogo che rappresenta l’espressione della ricerca e mi ritrovo nel mezzo di una “gara” a chi è più bravo, famoso, “potente” nel settore.
Io vorrei, invece, che ci si rendesse conto che gli artigiano sono tutti bravi e, a loro modo, unici. Partendo da questo presupposto non dovremmo perdere tempo come le scimmie a capire chi comanda ma imparare a dedicare il tempo ai sogni e alla loro realizzazione.
Certo, il sogno potrebbe solo essere la copia iconografica del già visto e vissuto, ne avreste ragione ma, vorrei provocarVi sul piacere di poter generare storia nuova, una storia fatta di sedute di attesa sotto forma di cyclette, piuttosto che di calcio balilla, oppure di agenzia di viaggio, o se vi facesse piacere, si potrebbe dedicare lo spazio al valore del vino o altro…
Questo per dire che ogni individuo potrebbe creare storia nuova se solo si dedicasse alla realizzazione del proprio sogno, diverso per sua stessa natura da quello di tutti gli altri, dando così la possibilità di far sognare un bambino e poter far dire “Lui, il mio barbiere quando ero piccino era…..personale al massimo”.
Nessuno di noi è replicabile, nessuno è migliore ma, tutti possiamo far sognare attraverso i servizi che offriamo.
Non limitiamoci ad apparire, impariamo ad essere.