Il lavoro è in continua evoluzione, così come l’età lavorativa. Quali sono i fattori che influenzano questo cambiamento?
Ne abbiamo parlato con Francesco Cirignotta.
Oggi si vivono in media tre carriere professionali che potremmo definire l’età della prova, quella del sostegno e quella del piacere. Per i più fortunati le ultime due coincidono, i meno fortunati, invece, non arriveranno mai a sperimentare la terza carriera.
In effetti, oggi si esce dall’azienda avendo davanti diversi anni di potenziale attività. Questo ci porta a creare quella che definisco la carriera del piacere, cioè quella che ci permette di fare le cose che amiamo e non necessariamente quelle che servono a sostenerci e sostentarci.
Naturalmente, questo non vale per tutti: molti si trovano a 50 anni, per una serie di vicissitudini o difficoltà, alla ricerca della seconda carriera.
Questo rispecchia perfettamente la società moderna, una società in cui l’O…O è stato definitivamente sostituito dall’E….E. Tutto è possibile, anche la realizzazione di un’idea, che spesso diventa o vuole diventare impresa per permetterci di sfuggire a dei processi di cui ci sentiamo vittime piuttosto che parti attive.
Scelte, queste, che spesso si realizzano grazie al al web, alla cultura, al lavoro e alle esperienze maturate nel corso della seconda carriera.
Oggi le opportunità si amplificano rispetto al passato perché non è più vero che un lavoratore che esce dal sistema produttivo lascia lo spazio ad un nuovo lavoratore. La società non è fatta di mitosi cellulare: il concetto oggi è molto più dilatato. L’arrivo degli hipster non ha fatto scomparire i metrosexual. Gli stili convivono, non si annullano. Nella perfetta logica dell’E….E.
Paradossalmente, mentre la quasi totalità della società dei consumi vive di prodotti “senza” qualcosa, i nostri mestieri ci accompagnano ancora nel domandare “che cosa desidera” e non “senza che cosa vuole che lo faccia”.