L’origine del tatuaggio all’henné risale alla notte dei tempi: Tramandata da madre in figlia, si racconta che gli antichi Egiziani usassero i fiori di questa pianta per preparare un unguento per ammorbidire le membra, e che i faraoni si tingessero i capelli con le foglie dell’hennè.
Le popolazioni dell’area sahariana lo utilizzavano come pianta medicinale e per tatuaggi in occasione di feste e eventi sacri. Alcuni testi assiri del VII secolo a.C. descrivono i preparativi di matrimonio di una giovane donna dalle palme delle mani e unghie colorate con l’henné. La pratica del tatuaggio con l’Henné raggiunse molti popoli in età romana per poi essere condannata dalla chiesa cattolica come pratica pagana se non addirittura considerata demoniaca.
Il tatuaggio all’Henné non è permanente e ha una durata variabile da due settimane ad un mese, non è affatto doloroso e lascia sulla pelle un piacevole aroma che si attenua nei primi giorni.