Il colosso cosmetico francese L’Oréal ha annunciato la decisione di eliminare parole come “sbiancante” dalla descrizione dei propri prodotti.
Nel quadro delle iniziative globali contro il razzismo, L’Oréal sceglie di modificare radicalmente la dicitura dei prodotti.
“Il gruppo L’Oreal ha deciso di ritirare le parole bianco/sbiancante (white/whitening), chiaro (fair/fairness, light/lightening) da tutti i prodotti destinati a uniformare la pelle”, si legge in un comunicato pubblicato in inglese.
Non ci sono informazioni rispetto ad altre iniziative come, per esempio, ritirare dal commercio i prodotti già in vendita. La decisione del gruppo cosmetico francese arriva in seguito alla scelta della filiale indiana del gruppo Unilever di ribattezzare la propria crema sbiancante “Fair&Lovely”. Il marchio ha infatti dichiarato che non ricorrerà più alla parola “Fair” perché si impegna a celebrare tutti i toni della pelle.
Le due multinazionali Unilever e Johnson hanno entrambe eliminato dai prodotti sbiancanti per la pelle venduti in India il termine “fair”, che fa riferimento a un modello di bellezza di un solo tipo.
La Hindustan Unilever, il ramo indiano della multinazionale, ha annunciato ieri che modificherà il nome dell’intera linea di creme schiarenti sinora commercializzate col nome “Fair&Lovely” e che eliminerà ogni riferimento all’effetto “sbiancante”, pur mantenendo intatta la formula del prodotto.
“Vogliamo puntare ad un modello più inclusivo “, ha detto Sunny Jain, un dirigente della compagnia. Abbiamo capito che i termini piacevole, bianco e luminoso suggeriscono tutti la stessa idea di bellezza, che non copre tutta la realtà”.
Anche la Johnson & Johnson conferma ai media che non venderà più il siero sbiancante “Fine Fairness” della Neutrogena, ma lo sostituirà con un idratante dell’indiana Clean & Clear, che si chiama “Clear Fairness Cream.” La preferenza per la pelle chiara è da anni un tema controverso nel paese: gli attivisti che si oppongono alle creme sbiancanti hanno accusato le star di Bollywood di avere contribito a perpetuare “il diktat” estetico, e sociale, prestandosi come testimonial nelle campagne pubblicitarie di questi prodotti che promettevano di far diventare “più belli”
Fonte: Ansa