Il futuro e in particolare i prossimi 20 anni saranno della società IBRIDA, necessaria per il ponte tra ciò che è stato e ciò che non sarà più.
I capelli saranno e resteranno capelli, l’immagine servirà come oggi a farci riconoscere e l’identità a tenerci fusi con noi stessi.
Immaginare e illudersi (valore a me caro nel far variare la realtà) che il nostro mestiere sarà decisamente migliore e non solo grazie all’apporto di tecnologie ma perché dovrà ripartire con lealtà dallo strumento fondante dello stesso che è l’Uomo.
L’uomo che dovrà scoprire il significato di reale professionalità, di parole come preparazione , conoscenza e consapevolezza; l’uomo che non utilizzerà il mestiere per il proprio ego ma per il valore che il termine servizio indica.
L’uomo artigiano barbiere dovrà prendere spunto dal mondo dei maggiordomi per poter evolvere il proprio standard.
Spunti, questi, che riguardano il senso di cultura; ma non solo di cultura artigianale bensì di quella cultura capace di far vivere emozioni, tema del quale sempre più si assiste a inaridimento. Abbiamo la fortuna di essere socialmente utili e insostituibili ma abbiamo anche la responsabilità di nuovamente fonderci con il tema della resilienza e per fare questo dobbiamo nuovamente abbandonare i presupposti che ci hanno permesso di emergere fino ad oggi e scrivere un nuovo cammino, un cammino che spero possa regalarci il rinascimento dell’artigianato dei servizi.
Chiudo con un altro concetto a me molto caro: perché limitarci ad apparire? Impariamo ad essere.