Spesso, parlando con e di professionisti della bellezza, capita di percepire una certa discrepanza tra la loro considerazione del proprio lavoro e della propria personalità e la percezione che, invece, ne hanno gli altri.
Qual è, davvero, il valore di un mestiere, di una professione, e come lo si “calcola”?
Lo abbiamo chiesto a Francesco Cirignotta, profondo conoscitore del mondo dei mestieri e dell’artigianato e che ha, da sempre, un grande senso del valore, anche sociale, di una professione.
“Credo che, per rendere al meglio il mio pensiero sull’argomento sia utile riportare la storia dei Tre Tagliatori di Pietre – ha esordito Francesco.
In tempi antichi il lavoro di tagliatore di pietra, ossia di scalpellino era molto diffuso. Lo scalpellino è un operaio di cava che stacca, taglia e lavora la pietra.
Questo mestiere è stato fin dall’antichità sottovalutato, il tagliatore di pietra era infatti considerato un operaio che lavora la pietra per costruire opere in serie, ma doveva avere delle buone conoscenze tecniche per scegliere, tagliare nel punto giusto, della dimensione appropriata ecc…
Lo scalpellino si dedica poco al lavoro artistico, il suo primo compito è quello appunto di staccare e preparare la pietra. Era un duro lavoro che implicava continui spostamenti, i tagliatori di pietra si spostavano in tutta Europa, passavano la maggior parte del loro tempo in baracche vicine ai cantieri.
Un giorno un passante non conoscendo bene questo lavoro ma incuriosito decide di capire meglio cosa facciano queste persone e in cosa consiste il mestiere di tagliatore di pietre.
Si ferma allora da un primo lavoratore e gli chiede: “che cosa fai”?
Il tagliatore risponde: “non lo vedi taglio delle pietre!”
Il passante decide di rivolgere la stessa domanda ad un altro operaio, il quale risponde “taglio delle pietre per fare una statua”
Il passante reso ancora più curioso da questa risposta decide prima di proseguire il suo cammino di chiedere ad un ultimo lavoratore la solita domanda: “che cosa fai?”
Il terzo tagliatore risponde con grande sorpresa del viandante “costruisco una cattedrale”. (fonte Orizzonte degli Eventi).
Ecco, io ritengo che questa storia ci insegni che il vero valore di una professione o di un mestiere sta solo fino ad un certo punto in QUEL che si fa ma risiede e si esprime in tutta la sua gloria nel COME lo si fa.
E questo non va mai dimenticato. Così come non bisogna dimenticare che il nostro è un mestiere di garbo e decoro per la società. E questo ci porta ad essere socialmente utili. Noi siamo a ‘servire i servizi’: un’attitudine a soddisfare, l’unione del ‘sapere’ con la qualità del ‘fare’.
Comunque la pensiate, non significa mai essere servitori, ma, piuttosto, ‘al servizio di’.
Ed è questo, forse, il significato più autentico di mestiere.”
A noi il punto di vista di Francesco è sembrato davvero interessante. E voi che cosa ne pensate? Che cosa considerate VALORE nel vostro lavoro?